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Docebo Discovery Lab: La Product Experience è tutto

• 5 min read

Scopri come Docebo progetta una product experience senza eguali!

Immagina questo scenario: i tuoi amici ti hanno parlato molto bene di un nuovo ristorante. Hai grandi aspettative e non vedi l’ora di provarlo di persona…

Una volta arrivato lì, però, l’entusiasmo lascia il posto alla delusione: la location non è all’altezza e l’atmosfera generale è poco accogliente. Tuttavia, sai bene che un ristorante non si può giudicare dall’apparenza. A quel punto fai la tua ordinazione… e dopo l’iniziale perplessità scopri che i piatti sono davvero buoni, pieni di sapore e cucinati alla perfezione!

Questo ‘viaggio emozionale’ – tra alti e bassi – è simile all’esperienza con un prodotto: può essere appagante e, al tempo stesso, può rivelarsi complessa o confusa. Il nostro obiettivo è di creare un’esperienza sempre positiva, e questo compito in Docebo è gestito da un team di product experience guidato da Andrea Biraghi (Head of Design).

“Viviamo in un mondo estremamente complesso. In questo contesto, il design gioca un ruolo fondamentale, perché può rendere le cose meno complicate, più comprensibili e più piacevoli. Dipende tutto dall’esperienza,” spiega Andrea Biraghi.  

“In genere, quando si parla di Intelligenza Artificiale (IA), si pensa a qualcosa che lavora in background, in un modo non del tutto tangibile per le persone. Il ruolo del design consiste nell’aumentare l’impatto dell’IA, rendendola preziosa e tangibile per le persone, dalle azioni quotidiane più semplici agli usi più complessi.”

“Cerchiamo sempre di togliere ciò che non è necessario, mantenendo solo gli aspetti importanti: meno e meglio.”

“All’interno di un prodotto progettato per rispondere a molteplici sfide, potrebbe esserci una certa complessità. Il nostro scopo consiste nel ridurre questa complessità, creando un’esperienza completa e coerente in tutto il prodotto, che permetta alle persone di risparmiare tempo.”

Ripensare la Product Experience

La Product Experience (o Esperienza di Prodotto) gioca un ruolo chiave per le aziende moderne, ed è supportata dall’applicazione dei concetti del Design Thinking. Si tratta di un modello di riferimento per creare una soluzione, sviluppando innanzitutto una conoscenza approfondita delle persone o degli utenti per i quali si progettano determinati prodotti o servizi.

Il modello Double Diamond è un approccio di Design Thinking sviluppato dal Design Council, che si articola in 4 fasi distinte:

  1. Scoperta – Comprensione e analisi del problema
  2. Definizione – L’area su cui concentrarsi
  3. Sviluppo (e test) – Soluzioni potenziali
  4. Consegna – Soluzioni pratiche ed efficaci

Il Design Thinking è oggi un approccio fondamentale in ambito aziendale.

Le ricerche condotte da McKinsey, infatti, rivelano che le aziende incentrate sul design (ovvero, quelle che valorizzano il design di prodotti e servizi) hanno aumentato i loro ricavi e la redditività degli azionisti a un tasso quasi doppio rispetto ai propri competitor. Tra i principali sostenitori del Design Thinking, ad esempio, ci sono aziende come Apple, Coca-Cola, Ford, IBM, Intuit, Procter & Gamble, Nike e altre ancora.

“Si basa su un design incentrato sull’uomo”, spiega Andrea Biraghi. “La nostra idea è di mettere la persona al primo posto, per poi costruire intorno ad essa ogni altro processo organizzativo.”

Il Design Thinking in Docebo

Come si concretizza tutto questo, dall’ideazione al prodotto finale in Docebo? La co-creazione è un pilastro fondamentale del Design Thinking. Un team di lavoro si riunisce per analizzare la convenienza e la fattibilità di una particolare soluzione. Questo approccio consente di ispirare le giuste conversazioni, coinvolgere i giusti interlocutori e iniziare a sviluppare possibili innovazioni.

Il team comprende:

  • Il CEO Claudio Erba, che illustra la sua visione, la strategia e le aspettative per la nuova soluzione.  
  • I responsabili dei prodotti aziendali e altri membri chiave del product team che comprendono le esigenze del mercato, la fattibilità tecnica e possono conciliare le richieste dei clienti e del team globale di Customer Success.
  • Il team di sicurezza, per garantire il rispetto delle norme sulla privacy e della conformità. Inoltre, il team DevOps fornisce input sui requisiti dell’infrastruttura.
  • Il Sales team, che aiuta a individuare le priorità per il mercato.
  • E il team di design, che guida la conversazione sulla potenziale user experience e facilita la comunicazione tra diversi stakeholder con obiettivi comuni.  

A questo punto, ha inizio il divertimento…

Il processo ha inizio cercando di comprendere le sfide dei clienti, sia tramite conversazioni dirette che indirette. In seguito, si restringe il campo a una sfida specifica che deve essere risolta.

A questo punto, vengono presentate idee e ipotesi, quindi testate, modificate e testate nuovamente. Ad ogni iterazione, il team decide se proseguire il percorso o modificarlo in base ai feedback ricevuti.

“Bisogna compiere molte scelte, testarle con le persone e poi individuare i migliori performer. Questa è la parte più importante della user experience, per comprendere sempre quali sono le loro esigenze specifiche. Prima si definisce e poi si inizia a progettare.”

Sembra familiare…

Uno dei principi chiave del nostro team di design è quello di fornire all’utente informazioni chiare e significative per interagire con la piattaforma eLearning Docebo. Per questo, creiamo dei modelli che gli utenti utilizzano già da tempo, così da rendere l’esperienza più intuitiva e facile da usare. Questo approccio si basa sulla legge di Jakob sulla user experience, secondo cui “È possibile semplificare il processo di apprendimento per gli utenti, fornendo modelli di design familiari”.

Ad esempio, supponiamo di acquistare qualcosa online. Solitamente, la procedura comporta l’inserimento dei prodotti in un carrello virtuale, quindi potrebbe essere necessario registrarsi o accedere, inserire i dati di spedizione, aggiungere i dati della carta di credito e infine confermare l’acquisto.

“In Docebo, stiamo cercando di creare modelli comuni. Raggiungendo una coerenza sia visiva che funzionale, per noi sarà più facile offrire una migliore esperienza complessiva”, spiega Andrea Biraghi.

Ma la vera sfida di Docebo è data dalla presenza di due diverse user experience: l’esperienza degli amministratori e quella degli utenti. Il controllo su quest’ultima è minore, perché spetta agli amministratori di Formazione e Sviluppo il compito di crearla per gli utenti. Ed è proprio per questo che Biraghi sottolinea l’importanza di responsabilizzare gli amministratori, offrendo loro la massima flessibilità e la possibilità di progettare una straordinaria learning experience, volta a migliorare le performance formative degli utenti.

In che modo gli amministratori possono creare esperienze coinvolgenti? Biraghi dice di ‘strappare una pagina dal manuale di Design Thinking’. Occorre andare direttamente alla fonte!

“Parla con i tuoi utenti e individua le loro esigenze. Cosa vogliono? Quali sono le loro aspettative? Avere un’idea e pensare che tutti la ameranno è un approccio del tutto miope,” spiega.

“Mettere insieme un corso con 40 diapositive ed effettuare un test alla fine non avrà alcun impatto sulle performance e sulla crescita di un’azienda. Se progetti un’esperienza in cui le persone possono interagire e non si sentono costrette ad apprendere, i tuoi programmi avranno più successo.”

“Se gli utenti percepiscono questo approccio come un vero e proprio elemento distintivo, volto a migliorare le loro performance e a promuovere la loro crescita professionale, saranno coinvolti al meglio… e nella tua organizzazione si svilupperà una mentalità di formazione continua.”

Sei pronto ad immergerti in una learning experience senza eguali?