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Formale, sociale ed esperienziale: La formazione guarda al futuro

• 7 min read

Veronica Pastaro di ESTE esplora il futuro dell’eLearning con Claudio Erba, CEO di Docebo

Affinché un’azienda mantenga la propria competitività sul mercato è necessario mettere a tema l’aggiornamento delle competenze. Tuttavia la formazione non può più essere pensata limitandosi alle modalità frontali d’aula, ma deve prevedere la compresenza di una pluralità di approcci, che guardino alla persona come soggetto attivo e non semplicemente passivo. Nuove tecnologie, interazione sociale e condivisione di esperienze sono soltanto alcuni degli strumenti impiegati da Docebo per offrire la piattaforma eLearning considerata più completa del mercato.

Il futuro è il tempo verbale che meglio distingue l’uomo dalle altre specie animali, perché è la forma attraverso la quale si esprimono le aspettative, i sogni, la proiezione di sé nel domani. E l’uomo è caratterizzato anche dalla sete di conoscenza, quel desiderio di esplorare l’ignoto che portò gli Antichi a superare i confini per scoprire nuove terre e arricchire il proprio bagaglio di esperienze.

È proprio su questi elementi che affonda le sue radici Docebo: il nome scelto in latino, proprio a indicare la derivazione dalla notte dei tempi, è la declinazione del futuro semplice del verbo doceo alla prima persona singolare, ‘io insegnerò’. Già dal primo impatto l’azienda dimostra la sua naturale vocazione ad avere lo sguardo costantemente rivolto al futuro.

Docebo è infatti un’azienda italo-canadese che sviluppa una soluzione eLearning innovativa, usata da 1.400 organizzazioni in oltre 90 Paesi a livello globale: ha oggi 200 dipendenti in cinque sedi (distribuite in tre Continenti) e partner in tutto il mondo.
 Per conoscere meglio una realtà così complessa e dalle molteplici sfaccettature, ci siamo confrontati con Claudio Erba, CEO e co-fondatore di Docebo: “Oggi è sicuramente ben più che una piattaforma eLearning, in quanto oltre al modulo Learn, che consente di gestire la formazione formale, offre per il mercato Enterprise anche il modulo Coach and Share, che consente di gestire informal e social learning, e il modulo Perform, per mappare in modo snello le competenze ed evidenziare eventuali gap da colmare con interventi formativi mirati”.

Docebo può vantare un punto di vista privilegiato grazie a una presenza globale. Si osservano differenze sostanziali di approccio alla formazione fra i differenti mercati?

L’adozione della piattaforma varia in base alle aree geografiche: se l’America è eLearning ready e si configura quindi come un mercato di sostituzione, spostandosi verso l’Europa e ancor più verso i Paesi emergenti ci troviamo di fronte a contesti di prima adozione, dove le aziende si stanno affacciando adesso alla formazione che non sia soltanto intesa nella modalità frontale d’aula, bensì affiancata dal supporto delle tecnologie digitali. Per quanto invece riguarda le dimensioni aziendali, Docebo è apprezzata in modo particolare all’interno del mondo delle organizzazioni medio-grandi. La formazione a distanza digitale presuppone infatti sforzi organizzativi e di messa in opera difficilmente gestibili da uno small business, in ottica di poter trarre beneficio dalle economie di scala che un sistema digitale può creare. Si tratta inoltre di una soluzione estremamente compatibile con i differenti sistemi aziendali, grazie alla distribuzione secondo il modello SaaS (Software as a Service) che assicura la disponibilità su cloud in circa 35 lingue e l’integrabilità tramite API con software terzi.

Come la richiesta di nuove competenze può influire sull’efficacia e sulla trasformazione delle modalità di apprendimento?

In contesti lavorativi in rapida trasformazione sono necessarie competenze sempre più fluide che non possono essere conseguite attraverso la tradizionale formazione frontale, sia essa d’aula o online, dove un elemento viene spinto ed erogato alle persone che ascoltano: sono necessarie altresì modalità fluide, capaci di rispondere e adattarsi al meglio alle esigenze del mercato. Qualsiasi competenza nuova, sia a livello di job title sia per come viene acquisita, privilegia una modalità di apprendimento informale e sociale. Diventa più facile condividere con i colleghi ciò che si è appreso.

Come anticipato in apertura, la piattaforma presenta una struttura tripartita. Su quale fondamento teorico si basa una simile scelta strategica?

Il modello a cui si ispira Docebo è il cosiddetto 70:20:10, secondo il quale soltanto il 10% dell’apprendimento avviene attraverso attività formative che si sviluppano in modo frontale, erogate sia digitalmente sia in aula; il 20% delle opportunità si concretizza in relazioni di coaching e mentoring, ovvero imparando da persone più esperte; mentre il 70% viene sollecitato e incentivato around coffee machine, letteralmente “attorno alla macchinetta del caffè”, nelle chiacchiere e scambi di punti di vista informali tra colleghi o tramite il learning on the job, con un approccio più esperienziale.

La piattaforma di Docebo intende far coesistere i tre livelli di apprendimento, in modo da ottenere il massimo beneficio da tutte le modalità: rappresenta infatti una sorta di contenitore, estremamente flessibile e personalizzabile da parte delle aziende per tutto quanto concerne il layout e il contenuto. È importante non illudersi che le attività formative di tipo frontale siano sufficienti a soddisfare l’esigenza di apprendimento all’interno dell’azienda.

Nel concreto come si declinano questi differenti approcci alla formazione rispetto alle funzionalità della piattaforma?


Esistono tre modi di far leva sui contenuti della piattaforma. In primo luogo, in linea con la percezione tradizionalmente diffusa di eLearning, un docente carica un contenuto e iscrive le persone che devono seguire il corso; si tratta generalmente di un contenuto multimediale e rappresenta il citato 10% di apprendimento formale. La piattaforma offre inoltre la possibilità di mappare e collegare le persone con più esperienza a determinati temi e materiali condivisi al fine di poterli ingaggiare per richiedere un punto di vista specifico successivamente: in questa funzionalità è racchiuso quel 20% che rimanda alle attività di coaching e mentoring. Infine tutti i dipendenti possono condividere la loro conoscenza, per esempio se hanno fatto una presentazione su un argomento specifico a un numero ristretto di colleghi e pensano possa andare a beneficio di altri colleghi: è importante che la persona che condivide ritenga il contenuto utile per soddisfare un bisogno formativo diffuso e colmare un gap di competenze all’interno dell’organizzazione.

Quest’ultima funzionalità, certamente la più significativa dal punto di vista formativo poiché ricopre ben il 70% dell’apprendimento, rappresenta senza dubbio l’orientamento strategico più innovativo, lo shift culturale richiesto alle Risorse Umane.

Pensare a una formazione che rimanga confinata all’interno del perimetro aziendale non rischia di essere limitante?

L’estensione dei casi di utilizzo della piattaforma riguarda tre differenti contesti. In primo luogo la formazione si rivolge al personale, all’interno del circuito aziendale, per imprese anche di dimensioni molto grandi. Attraverso il modulo Extended Enterprise è infatti possibile (per esempio per i Gruppi con diverse società o diversi brand) gestire portali diversi per ogni singola organizzazione assegnando a ognuna un dominio e un layout grafico diversi e personalizzati.
Ampliando il raggio d’azione, viene coinvolta persino la rete dei partner (per esempio i distributori), all’esterno del perimetro aziendale, ma fortemente collegati al business. In ultima battuta la formazione può essere orientata ai clienti stessi, riguardo ai prodotti che l’azienda vende: è il caso delle cosiddette customer Academy. Alcune società sfruttano il modulo eCommerce di cui la piattaforma è dotata per rivendere l’accesso ai propri corsi. Un ulteriore risvolto positivo della piattaforma è la conservazione della conoscenza all’interno dell’organizzazione. Anche se infatti una persona dovesse andar via dall’azienda, il materiale condiviso resterebbe all’interno, in una logica di knowledge retention. Oltre a superare i confini fisici dell’azienda, è possibile superare anche i confini del tempo.

È ancora molto diffusa, specie nel contesto italiano, una sorta di diffidenza nei confronti delle nuove tecnologie. Cosa risponderebbe a chi teme la spersonalizzazione dei rapporti umani?

La tecnologia di fatto vuole rivestire una funzione di facilitatore, senza precludere la peculiarità dei rapporti interpersonali. Il timore è un approccio dei mercati non moderni, che riscontriamo soprattutto nelle aree mediterranee e mediorientali. La tecnologia è pervasiva: perché non usarla se può semplificare la vita a qualcuno? Il metodo di apprendimento formale copre soltanto il 10% del fabbisogno formativo, sia che si tratti dell’approccio tradizionale d’aula frontale sia che preveda la fruizione in modalità eLearning attraverso le tecnologie digitali. Dal nostro punto di vista è estremamente limitante focalizzarsi solo su quel 10%. Il focus va quindi spostato sulla possibilità di avvalersi di un facilitatore tecnologico che consenta di investire su tutte le dimensioni del modello 70:20:10.

Docebo è accessibile anche da device mobile?

La piattaforma di eLearning, per definizione, copre tutta la popolazione aziendale, che abitualmente utilizza il proprio smartphone e fruisce di contenuti su YouTube, Netflix, Facebook, ed è quindi abituata ad approcciare il consumo di conoscenza secondo le logiche dei canali social (e non solo). La disponibilità di un’app mobile è quindi requisito fondamentale per compiere quell’avvicinamento della formazione alle persone richiesto dal mercato. Quando infatti l’utente in mobilità si trova a seguire un corso in eLearning, si aspetta di trovarsi di fronte a contenuti snelli e veloci, da modalità ‘mordi e fuggi’. La mobilità non impatta solamente sul contenitore, che è la piattaforma eLearning, bensì sul contenuto stesso.

Qual è valore aggiunto che può offrire Docebo rispetto al tema della formazione?


Oltre a integrare l’attività d’aula con la formazione digitale, sempre in una logica squisitamente frontale, la piattaforma di Docebo ha come valore aggiunto la possibilità di integrare in un’unica piattaforma eLearning modalità di apprendimento differenti e fra loro complementari, supportando anche il coaching e la modalità informale. Abbiamo la presunzione di coprire e mappare il 100% delle attività formative attraverso la piattaforma digitale. A riprova di ciò, negli ultimi anni Docebo è stata spesso nominata tra le 10 migliori piattaforme eLearning SaaS al mondo e tra le migliori 3 nel settore della formazione aziendale.

Come è intrinseco nel nome di Docebo e nella sua naturale vocazione al futuro, proviamo a spostare lo sguardo più oltre…
 La nostra mission consiste nel cambiare il modo in cui la gente impara, attraverso la tecnologia. Ciò che prevediamo riserverà il futuro sarà la disponibilità di piattaforme sempre più automatizzate, governate da intelligenze artificiali e non soltanto da umani. L’intelligenza artificiale eseguirà il lavoro di routine, quello labor intensive, e la componente umana acquisterà la visione strategica della formazione, affidando l’esecuzione ad algoritmi.Vuoi saperne di più sul futuro della formazione aziendale? Attiva ora la tua piattaforma eLearning Docebo, in prova gratuita per 14 giorni!