Come il nome lascia ad intendere, uno dei vantaggi del modello SaaS è quello di poter avviare un progetto di E-Learning in maniera immediata, senza limitazioni di utilizzo, e con un ambiente di lavoro ricco di applicazioni. Ma quanto tempo serve? Grazie al SaaS, anche la sottoscrizione di un solo mese al servizio rende possibile l’implementazione di progetti E-Learning di elevata qualità.
Nell’attuare per la prima volta un progetto di questo tipo, l’incognita più grande è relativa alla reazione degli utenti coinvolti. Si possono seguire gli standard di progettazione; si può investire molto sulla produzione multimediale; si può acquistare un ottimo LMS e mettere in campo una ben formata squadra di tutor. Così facendo si riduce il margine di rischio, certo, ma l’impatto del nuovo media sui nostri learners resta sempre un fattore critico.
Il Progetto T-zero
Al fine di guidare e supportare le aziende che devono creare un progetto di E-Learning “a misura di learners”, con questo articolo vogliamo presentarvi un’idea semplice ma rivoluzionaria: il Progetto T-zero.
Cos’è il Progetto T-zero? Intanto è bene precisare cosa “non è”: non è un periodo di prova; non è un beta test; non è un progetto pilota.
Il Progetto T-zero è qualcosa di più: un dialogo con gli utenti finali attraverso un microprogetto E-Learning per arrivare ad una eunomìa (o ergonomia, o qualità) dell’E-Learning. Vogliamo chiamarlo Progetto T-zero: perché anticipa l’erogazione (go-live) del progetto di E-Learning vero e proprio, che risponde cioè ai bisogni formativi dell’azienda, pur essendo basato sullo stesso identico processo di erogazione. Tuttavia, il suo scopo non è formativo, bensì narrativo!
Un progetto E-Learning su misura
Pensiamo ad un sarto che debba cucire un abito su misura per uno sposo. Il suo lavoro sarà di qualità solo se avrà creato l’abito che calza perfettamente addosso allo sposo, e solo quando lo sposo, guardandosi allo specchio, si piacerà, allora il sarto potrà dire che il suo cliente è soddisfatto.
Così dobbiamo immaginare il lavoro di un progettista che sviluppa un progetto di E-Learning. I learners devono percepire il fatto che il progetto sia stato creato “su misura” per loro. Come il sarto che non reinventa ogni volta da capo l’arte sartoriale, ma applica le sue conoscenze alle specifiche necessità del singolo cliente, così il progettista non deve scrivere ogni volta un progetto che sia assolutamente nuovo.
Entrambi hanno il compito di stabilire un dialogo con “il cliente” per adattare alle sue specifiche necessità le metodologie condivise e inerenti alla loro professione.
Progetto T-zero: un progetto Narrativo
Per questa ragione possiamo affermare che il Progetto T-zero è un progetto narrativo: ambisce a creare una condivisione, una comunicazione di tipo circolare. E’ quindi un momento di encoding e decoding, tra il team di progetto e gli utenti finali che fruiranno i contenuti.
Sulla qualità di questa comunicazione si basa interamente la sfida per il successo di una impresa. Il dialogo del progettista con i suoi utenti finali deve essere quanto più possibile reale: c’è bisogno di una realistica simulazione di un progetto per stimolare delle risposte “vere” da parte degli utenti.
Per questa ragione riteniamo di dire che questa attività non coincide con periodo di prova, con un beta test o con un progetto pilota. Occorre invece simulare fino in fondo l’esperienza formativa disegnata per i learners, dando però maggiore enfasi alla raccolta dei feedback.
Raccogliere feedback con il Progetto T-zero
Non essendo lo scopo del Progetto T-zero formativo in senso stretto, possiamo immaginare un fase di produzione molto snella, rapida, con costi contenuti, senza però sacrificare l’elemento qualitativo dello stesso, e senza impegnare eccessivamente il team di progetto.
Possiamo quindi immaginare di far derivare il progetto E-Learning vero e proprio (concepito per la nostra azienda), partendo da un altro progetto più semplice, nel quale il contenuto formativo non sia al centro dell’evento, ma funga solo da introduzione per i nostri learners.
Mettiamo quindi on-line il Progetto T-zero “come se fosse quello definitivo“, attivando tutte le strategie che abbiamo ipotizzato. Lasciamo che i learners fruiscano del progetto e monitoriamo attentamente ogni loro comportamento; prendiamo nota di tutte le reazioni, chiediamo pareri su aspetti collaterali al corso e circa l’ambiente di apprendimento.
Puntiamo ad avere un quadro quanto più dettagliato possibile di cosa è accaduto nel vissuto dei nostri utenti mentre fruivano del corso e prendevano parte al progetto. Ne scaturiranno utili consigli su come migliorare il processo sotto differenti punti di vista, e in particolare su quelli che è difficilmente possibile prevedere in anticipo!
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