Go to content

La tridimensionalità si fa spazio: formativo, elettrico

In questo saggio, Maria D’Ambrosio, professore associato in pedagogia generale e sociale presso l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, parla degli spazi sul Web come i nuovi spazi educativi basati su relazione, interattività e responsività.ù


Per figurarsi le possibili traiettorie bioeducative di una ricerca interdisciplinare, ci si può muovere come per ricostruire il dialogo tra Euclide e Archimede, tra il piano dell’uno e la sfera dell’altro: intercettando nell’uno le origini di una epistemologia descrittiva, lineare e predittivo-dimostrativa – quella della Modernità fondata sull’evidenza (osservabile e misurabile) del dato e la sua oggettività – e nell’altro quelle di una epistemologia comprendente – quella introdotta dalla Post-Modernità, includente, immersiva e partecipativa, che l’elettricità e il digitale hanno fatto proprie ed estese anche ad altri ‘piani’ e ‘ambienti’ come il web.

Le due figurazioni del piano e della sfera vengono fatte riemergere e messe in relazione tra loro per connettere la ricerca pedagogica alle scienze bioeducative coniugando la topografia del profondo di Freud con le attivazioni fisiologiche (che generano fenomeni cerebrali e producono processi mentali) delle neuroscienze, le mappe cognitive dei costruttivisti e le progettazioni della Nuova Robotica, l’architettura stratiforme dei millepiani di Deleuze e Guattari con la rizomaticità degli ambienti digitali e il web, le realtà chimiche della biologia di Monod con il dominio delle interazioni dei sistemi viventi di Matura e Varela.

Spazi Educativi

Le figurazioni del piano e della sfera vengono usate dunque per riaprire il discorso sul concetto di materia e quello di forma, ovvero per riflettere sulla attualità e sulla pregnanza pedagogica della ‘profondità’ (della complessità) per rileggere la necessità e l’opportunità di abitare la dimensione e la concezione profonda, tridimensionale, stratiforme, oltre che reticolare e multipla, della realtà per riportare questa dimensione e concezione all’interno della riflessione pedagogica da cui far emergere l’attualità e la necessità di una prospettiva bioeducativa.

Il nesso tra materia e forma, tra profondità e superficie, biologico e cognitivo, costituisce una suggestione topologica, oltre che epistemologica e metodologica, per collocare la pedagogia in uno spazio aperto sull’accadere che rende interessanti le sperimentazioni artistiche e ne fa il territorio della possibile connessione tra piano e sfera: come accade inoltrandosi, con Alice, oltre lo specchio, o oltre il taglio delle tele di Fontana e Burri, o dentro la camera delle meraviglie di Damien Hirst.

In tal senso, proprio come tornando tra mirabilia, naturalia e artificialia, lo spazio educativo si qualifica come dominio di interazioni tra sistemi viventi da cui emerge la centralità del corpo che torna ad essere ‘presente’ anche nel lessico e nelle pratiche pedagogiche con tutta la forza fenomenologica ed ermeneutica di un dispositivo multisensoriale che è l’infrastruttura del soggetto agente (autonomo) che partecipa di un sistema che quindi è multi agente, aperto e complexus.

Spazio WebÈ in questo spazio che ci si muove per fare ricerca, è in questo spazio che ci si inoltra per esplorare e attualizzare, dare forma e praticabilità, alla profondità dell’esperienza di sé e del mondo. In tal senso il web è una ‘materia’ di studio di grande interesse antropologico e pedagogico dove la ricerca può introdurre e attualizzare le pratiche educative centrate sulla corporeità e quindi sulla dimensione estetica e sull’azione, producendo ambienti pensati in una logica non più lineare ma circolare e soprattutto generativa e responsiva. Il web e la sua geografia reticolare come territorio stratiforme nel quale situarsi e realizzare nuovi spazi di socialità, nuovi spazi educativi, dove l’esperienza ritrova la multidimensionalità e la multisensorialità, così da riconoscere e legittimare la matrice corporea della cognizione.

L’opportunità di guardare al web e agli spazi basati sul web come a nuovi spazi educativi, è generata da una ‘logica del vivente’ che fa della trasformazione e del mutamento una necessità per quanti si riconoscono in una pedagogia attiva che chiede ad ogni ambiente che sia spazio di relazione e di interconnessione tanto da configurarsi come ambiente cognitivo. Profondità, interattività e responsività qualificano lo spazio come spazio di conoscenza e apprendimento: uno spazio elettrico in cui appunto il valore è spostato sull’azione, sul movimento, sul processo, e non più sui contenuti né sulle conoscenze.

Andare in profondità, infatti, implica la decostruzione e ricostruzione continua della realtà che si indaga.


Maria D’Ambrosio: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa- Professore associato di Pedagogia generale e sociale, Direttore scientifico Progetto di Ricerca: Digital Space Make School

This site is registered on wpml.org as a development site. Switch to a production site key to remove this banner.