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Coaching: fare formazione per aumentare le performance

• 4 min read

Nel suo libro The Manager as coach and mentor, Eric Parsloe spiega in poche ma significative parole il significato del termine “coaching”, sottolineando perché questo dovrebbe essere una pratica ricorrente in tutti i processi formativi.

“Il coaching è un processo che stimola formazione e sviluppo delle risorse umane, generando di riflesso un aumento delle performance. Un coaching di successo richiede conoscenza e comprensione dei processi, così come una varietà di tecniche, skill e stili che siano appropriati al contesto nel quale il coach si trova ad operare”.

Anche se un programma di formazione è stato progettato da esperti, fin nei minimi dettagli, molto probabilmente sarà in grado di soddisfare solo esigenze generiche. Inoltre, le persone che frequentano un corso hanno bisogno della giusta motivazione per compiere con successo l’intero percorso formativo. E questo è vero specialmente per i lavoratori che spesso sono già affollati di attività quotidiane.

Coaching: dallo Sport al Business

Come gli atleti nello sport, così anche i lavoratori devono essere stimolati e seguiti da un coach. Nell’ambito del business, è il manager che ricopre il ruolo di coach: il suo lavoro è infatti (anche) quello di aiutare le persone ad assimilare nuovi modi di comportarsi in specifiche situazioni sul posto di lavoro.

Solo in questo modo le persone possono imparare a mettere a punto le proprie procedure di lavoro, acquisendo al contempo conoscenze e competenze. Fondamentalmente è questo ciò che John Whitmore dice nel suo libro “Coaching for Performance. Ex pilota, Whitmore è oggi pioniere del Business Coaching.

Sebbene il coaching provenga dal mondo dello sport, questa pratica è divenuta parte integrante del business in maniera naturale. Forse perché le modalità standard di formazione non sono più sufficienti per sviluppare skill e migliorare le performance personali.

Nel suo libro, Whitmore cita il suo mentore Tim Gallwey: “Fare coaching significa sbloccare il potenziale delle persone, per massimizzarne le performance. Significa aiutarli ad imparare, piuttosto che insegnare loro qualcosa”.

Il coaching in ambito militare

Prima di trovare applicazione nel mondo del business, il coaching è divenuto parte integrante dell’ambito militare, la cui dottrina definisce questa pratica come “il guidare una persona nello sviluppo di skill, nuove o esistenti, tramite la pratica di queste stesse skill”.

Questa definizione ci fa capire qualcosa di molto importante: il coach è qualcuno che possiede competenze tecniche. E aiuterà qualcun’altro ad ottenere le medesime competenze, lavorando in situazioni ipotetiche nelle quali esercitarle.

Sbloccare il potenziale delle persone

Nel processo di coaching in ambito business, il ruolo chiave è quello del manager: questo deve infatti lasciare che le persone si esprimano, senza imporre il proprio modo di affrontare le situazioni. Deve, quindi, pensare alle persone del suo team in termini di potenziale, e non di performance. In poche parole: il manager deve avere fiducia nel suo team.

Nel campo dell’educazione è stato per altro dimostrato che se l’insegnante ha fiducia nei suoi studenti, questo influenza positivamente la performance degli studenti stessi. Lo stesso vale in ambito business.

Se un manager assegna ai collaboratori solo compiti che questi completeranno con successo, tali persone resteranno sempre allo stesso livello. Per aiutarle a progredire, invece, è fondamenale aiutarle a raggiungere obiettivi di livello superiore. E questo deve avvenire non tramite l’imposizione di un metodo, ma stimolando i collaboratori a trovare il loro metodo personale per generare risultati.

Il risultato? Collaboratori più sicuri di sé, e con skill sensibilmente migliorate!

Quando dovremmo usare il coaching?

Abbiamo chiarito il concetto di coaching, ma quando dovremmo integrarlo con la formazione tradizionale?

Il coaching è utile per gestire pratiche di problem solving, problemi relazionali, performance, lavoro in team, sviluppo dello staff, assessment e team building. Ma è un ottimo strumento anche per motivare lo staff e agevolare il processo di delega.

Anche se molti libri e saggi sono stati scritti sull’argomento, Whitmore fa notre che “il coaching non è una mera tecnica da applicare rigidamente in specifiche circostanze. E’, anzi, una modalità di gestire, un modo di trattare le persone, un modo di pensare e di essere”.

Un tool per gestire sessioni di coaching

Ogni azienda dovrebbe seguire le best practice relative all’integrazione dei programmi di formazione standard (elearning o classroom) con sessioni di coaching. Queste aiutano infatti ad avere personale dalle skill migliori e più abile sia nel seguire le procedure indicate, sia nel crearne di nuove.

E’ per questo che Docebo ha sviluppato l’app Coaching per la piattaforma elearning Docebo, andando a creare un tool utile a pianificare sessioni di coaching da associare a corsi online da fruire a distanza. Con Docebo i coach possono programmare sessioni “one to one” per assistere singoli utenti, ma anche organizzare meeting di gruppo per aiutare le persone a comparare le loro esperienze in uno scambio di informazioni tra colleghi.

Questo rappresenta un grande passo avanti per le aziende: combinare elearning e coaching – abilitando la presenza di un coach virtuale – significa fare formazione in modo più incisivo ed efficiente. Le aziende possono dunque utilizzare Docebo per portare il coaching nel loro progetto di formazione a distanza, e renderlo ancora più efficace grazie ad un supporto “live” di esperti dall’inestimabile valore pedagogico.

La funzione Coaching arriverà sulla piattaforma Docebo entro un paio di giorni: attiva ora una piattaforma elearning in prova gratuita per provarla non appena disponibile!